• Prosegue sabato 14 aprile 2012 alle ore 17:00 nelle splendide sale di Palazzo Stella a Genova, la mostra “Avanguardie della ceramica vietrese” di Salvatore Autuori e  Lucio Ronca a cura di Bruna Autuori. La mostra resterà aperta fino al 28 aprile 2012, orario dal martedì al sabato 15.30 – 19.00

     

    Omaggio a Vietri sul Mare

    A mio padre

     

    Vietri Sul Mare: brocche, bottiglie, vasi, ciotole, piatti, zuppiere, lucerne, tutti rigorosamente dipinti a mano. I motivi decorativi sono semplici, di carattere floreale con inseriti elementi zoomorfi come il celeberrimo galletto di Vietri, o un uccello o un polpo. 

    Nel corso dei secoli, uno dei periodi più fiorenti per la ceramica vietrese, si ebbe negli anni Venti e Trenta quando soggiornarono a Vietri sul Mare, fino allo scoppio della seconda guerra mondiale, numerosi artisti del centro Europa che lavorarono nelle botteghe dei ceramisti locali dando vita al cosiddetto periodo "tedesco". Già nel 1924 presso la fabbrica "Fontana Limite", l'esperienza di Gunther Studemann e Richard Dölker, Irene Kowaliska, Margaret Thewalt Hannasch, Marianne Amos, permise la maturazione di una stagione artistica molto felice. La loro produzione attinge dal repertorio naturale ed umano: pescatori, barche, donne e bambini, la luna ed il sole, i fiori ed infine il caratteristico asinello (o’ ciucciariello) che proprio i tedeschi Dolker e Kowaliska privilegiarono. Ricchissime furono le produzioni delle altre fabbriche, a volte attive già nell'Ottocento, come gli Avallone e i Pinto, vere dinastie del mondo ceramico vietrese, o la celeberrima Ceramica Artistica Solimene.

    1951- giunge a Vietri un architetto torinese Paolo Soleri e decide di fermarsi per apprendere l'arte della ceramica. Dall'incontro con un giovane ceramista, Vincenzo Solimene, desideroso di lasciare la fabbrica paterna e di mettersi in proprio per dare un impulso nuovo e nuove forme alla ceramica dopo i duri anni della seconda guerra mondiale, nasce un fortunato binomio che avrebbe fatto conoscere in breve la ceramica vietrese al mondo intero. E' di Soleri il progetto di quel prodigioso monumento dell'architettura contemporanea, la nuova fabbrica di Solimene, che svetta con le sue torri e le sue sfavillanti piastrelle sull'incrocio della nazionale Salerno-Cava dei Tirreni.

    Un vero e proprio fiore all’occhiello nato dall’intuizione di chi seppe scommettere, con esemplare lungimiranza, sull’innata ricchezza creativa che questo splendido territorio costiero riusciva, e riesce ancora oggi, a donare.

    Grazie a queste storiche tradizioni, oggi Vietri può fregiarsi, per legge dello Stato italiano, del titolo di Comune di antica tradizione ceramica. Ma la storia della ceramica di Vietri è scritta anche nel paesaggio: sulle mattonelle inserite nelle murature esterne ed interne delle case o incastonate nelle stradine tortuose dei paesi della costiera amalfitana. Vietri e gli altri centri della zona diventano, così, un museo all'aria aperta.

    È davvero un museo all’area aperta quel piccolo e laborioso centro di Vietri sul Mare, porta d’accesso ad uno dei posti più visitati d’Italia: la Costiera Amalfitana, detta La Divina. Il giallo e il verde dei limoneti, il blu del mare e il bianco delle case: sembra di vederli, in un tutt’uno uniforme e cangiante allo stesso tempo, quando cammini tra gli sfondi verde ramina delle botteghe storiche e di nuova generazione, vero e proprio teatro di storie e percorsi creativi in continua evoluzione. È, infatti, il costante incontro-scontro tra antico e moderno, a tenere in vita il fascino di un territorio così fertile e magico, che sa sempre stupire e sorprendere migliaia di turisti curiosi, talvolta scettici, non sempre pronti a scommettere che angoli così laboriosi e creativi, possano esistere in un Sud Italia troppe volte maltrattato dai media e rovinato dal pregiudizio.

    Chi ha saputo temerariamente scommettere sulle potenzialità di questo piccolo endroit, oggi, nel 2012, viene invitato a partecipare alla Biennale di Torino, definita da Vittorio Sgarbi come spazio di compensazione in un contesto in cui le mafie dell’arte sembrano avere la meglio, a discapito di chi ha silenziosamente continuato, in anni di sperimentazione, a sfornare pezzi degni di stare alle pareti di Villa Rosebery, residenza napoletana del Presidente della Repubblica o di essere esposti alla Collettiva d’Arte di New York.

    E’ proprio in un contesto come quello di Vietri sul Mare, la waste land che abbraccia tutti e che tutti accoglie, sempre pronta a concederSi e a concedere un angolo di espressione e tolleranza, che nascono firme come quella di Salvatore Autuori e Lucio Ronca.

    Autuori Salvatore, la precisione e l’armonia di linee geometriche indomabili che sfondano gli spazi per effetto di insofferenza alle cornici; Ronca Lucio, un psicoanalitico gioco di colori caldi e cangianti che danno forma ed espressione a beffardi e ingannevoli pensieri reconditi.

    Genova, Satura Arte Gallery: è questa la meta post Biennale di Torino 2012 da loro scelta e la piccola cittadina di Vietri sul Mare si erge, ancora una volta, a terra promessa e madre di firme promettenti della ceramica d’avanguardia. Perché è di avanguardia che bisogna parlare quando un artista riesce a scommettere, a rischiare e poi imporre, in anni di sperimentazione, il suo silenzioso estro creativo, in un luogo in cui la tradizione rimane ferma a guardare, in un timido cenno di approvazione e accettazione del nuovo, del diverso. E così l’asinello o ciucciariello tanto caro alla tradizione, simbolo ormai inconfondibile di un’epoca, di un vivere, di un luogo, deve convivere, pacificamente, a Vietri sul Mare, con due (e più!) firme Biennaliste che hanno insistentemente imposto uno stile, una vera e propria “scuola di pensiero” secondo la quale la ceramica può, e deve essere, definita arte a dispetto e a beffa di chi vuole per forza vederla in  tavola sotto forma di bicchiere o piatto da portata.  Se le traiettorie geometriche e i voli di gabbiano di Salvatore Autuori non sono espressione artistica, se le forme simboliche e surreali di Lucio Ronca non sono vere e proprie intuizioni creative, cosa dobbiamo intendere, allora, per arte?

    È ciò che sperimentalmente dalla ceramica si può ricavare, ciò che potenzialmente in essa riesci a vedere a renderla così poco catalogabile, eppure così accattivante, quanto imprevedibile e insofferente ad ogni tipo di interpretazione universale.

    La scelta, consapevole e istintiva allo stesso tempo, dei colori e delle forme, operata dai singoli artisti, nel corso degli anni, a Vietri sul Mare, finisce per diventare Avanguardia, per quello che Salvatore Autuori e Lucio Ronca hanno intuito, per quello su cui sono stati pronti a scommettere. 




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