S’inaugura sabato 14 aprile 2012 alle ore 17:00 nelle suggestive sale di Palazzo Stella a Genova, la mostra “Ho reciso il filo di Arianna...” di Marco Ponte a cura di Andrea Rossetti. La mostra resterà aperta fino al 28 aprile 2012 con orario 15.30 – 19.00 dal martedì al sabato.

 

Dedali di segni, personaggi che si mostrano come presenze dalle forme labirintiche, complesse quanto la natura umana; è così che Marco Ponte imposta il suo mondo artistico, l'ambiente ottimale per far convivere pacificamente precisione tecnica ed esuberanza espressiva.

Arte che inventa, che cita altra arte, ovviamente a suo modo e senza farsi troppi problemi, in sarcastiche rappresentazioni che non si fermano davanti a niente: tema biblico, sociale o altro, nelle opere di Ponte tutto trova lo spazio giusto per essere rielaborato attraverso la geometria, mai troppo razionale, di linee e forme, in una sorta di scrittura cifrata fatta di segni astratti, dalla cui unione nascono soggetti-silhouette, figurati, o sarebbe meglio dire, trasfigurati secondo la volontà dell'artista.

La concatenazione, un’idea di globalità tra singole parti, si manifesta come una condizione necessaria nella pittura di Ponte: ogni tratto dipinto esiste in funzione dell’insieme iconografico in cui è inserito, esso stesso è quell'insieme e risulterebbe svilito del suo valore artistico se ne fosse estrapolato. Non c'è posto per inutili individualismi, il dettaglio è superfluo. Perché una linea da sola può essere una linea e basta, nient’altro che un grafismo, per quanto ben realizzato; ma è unicamente attraverso l’aggregazione di una molteplicità di segni grafico-pittorici che diventa possibile apprezzare gli originalissimi lavori di Marco Ponte.

Pittura che rivede e corregge l’intrinseca essenza del mosaico, giocando a volte con prospettive azzardate degne di un’arte che non vede nel rigore formale l’unica via per esprimersi seriamente. Contrasti cromatici netti, che si avvalgono di una stesura per campiture piatte, precise e delineate: non esistono sfumature leziose, niente accostamenti che possano risultare stucchevolmente sorpassati e soprattutto nessun compromesso tra colori: il nero è nero e il bianco è bianco, ognuno ha i suoi spazi delimitati, precisi e ben calibrati, si compensano e si contrastano; le altre tonalità, tassativamente pure e principalmente appartenenti alla terna dei toni primari, rosso, blu e giallo, intervengono ad alterare con esattezza il ritmo cromatico di questo universo dualistico.

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